lunedì 25 maggio 2020

STEP #17 "Ri-scaldare" : un Abecedario

Con l'obiettivo di espandere sempre di più i nostri orizzonti un esercizio molto utile può essere quello di individuare per ciascuna lettera dell'alfabeto una parola il cui significato sia di rimando il verbo posto sotto indagine.
Di seguito l'elaborazione di un abecedario sarà in questo modo utile a creare un panorama molto ricco fatto di innovazioni tecnologiche, persone, unità di misura, società, prodotti d'uso che hanno contribuito ad accrescere il valore del verbo/azione "Ri-scaldare" nel corso dei secoli.

A come Altoforno
B come Benjamin Franklin
Alcuni riferimenti visivi.
C come Camino
D come Dilatazione termica
E come Energia geotermica
F come Fuoco
G come Grado
H come Hudson Reed
I come Ipocausto
L come Leonardo Da Vinci
M come Microonde
N come Nanofili d'argento
O come Ozono
Q come Quom
R come Radiatore
S come Stufa
T come Termoformatura
U come Unione
V come Vapore
Z come Zehnder

domenica 24 maggio 2020

STEP #16 "Ri-scaldare": un Protagonista per il verbo/azione

Percy Spencer: l'inventore del forno a microonde.

Fino ad ora molteplici sono stati gli uomini che hanno arricchito tramite il loro contributo in termini di studi, invenzioni o semplice sviluppo, la storia che si cela dietro il verbo "Ri-scaldare". E' stato grazie a questi stessi uomini che abbiamo la possibilità di riscaldare le nostre case con impianti ormai più sicuri rispetto al tradizionale caminetto ed è anche grazie ad uno tra essi che ad oggi abbiamo la possibilità di cuocere o riscaldare o ancora decongelare cibi in pochi minuti.
Di chi stiamo parlando? Dell'l’ingegnere statunitense Percy Spencer anche noto come l'inventore del forno a microonde.

Foto di Percy Spencer.
Anni di Gioventù
Nato nel 1894 ad Howland, una cittadina situata nella Contea di Penobscot, nello stato del Maine (USA), Percy Spencer rimase orfano in tenera età; il padre infatti morì nel 1897 e la madre lo lasciò poco dopo, così fu costretto a passare l'infanzia affidato alle cure degli zii. Tali vicissitudini non limitarono mai la sua incredibile curiosità tanto che all'età di soli 12 anni, durante il suo apprendistato presso fabbrica tessile, cominciò da autodidatta a conoscere il mondo dell'elettricità riuscendo all'età di 16 anni a stabilire un nuovo sistema elettrico in una cartiera locale. 

A 18 anni venuto a conoscenza del ruolo eroico che gli operatori radio avevano avuto durante l'affondamento del Titanic , entrò nella United States Navy, la marina militare statunitense, come operatore radio e apprese la tecnologia wireless. In quel periodo si interessò al calcolo, alla metallurgia, alla fisica, alla chimica e alla trigonometria [1]. 

L'ingresso alla Raytheon Company
Fu però nel 1925 che entrò nella Raytheon Company fondata tre anni prima da Lawrence Marshall e Vannevar Bush e dove grazie alla sua curiosità leggendaria che divenne responsabile di molte delle più grandi scoperte tra le quali appunto il mircoonde [2].

Il Magnetron
Era il 1941 quando in piena guerra mondiale, l’Inghilterra perfezionò l’invenzione del radar di Watson-Watt passando ai sistemi a microonde cioè un radar in grado di emettere onde dalla lunghezza di appena 25 cm. Le microonde risultarono così corte e precise da poter essere indirizzate in maniera più efficace mirata: queste venivano generate da un dispositivo noto come magnetron .

Nel momento di maggior intensità bellica però l’Inghilterra necessitava di un numero di magnetron maggiore rispetto a quanto riuscissero a produrre e contattarono quindi l’azienda di Percy Spencer. Fu proprio mentre lavorava su un magnetron che il povero Spencer si rese drammaticamente conto che un cioccolatino presente nella sua tasca si era liquefatto. Da lì l'intuizione che quello stesso sistema potesse essere impiegato non solo a scopi bellici [3].

La nascita del Microonde
Al fine di verificare la sua ipotesi, cioè che fossero state le microonde emanate dal magnetron a riscaldare la cioccolata fino a liquefarla, provò a metterci accanto dei chicchi di mais che quasi subito scoppiarono trasformandosi in succulenti popcorn. Per l’esperimento successivo utilizzò un uovo che scoppiò e proprio sul viso di uno dei suoi colleghi. 
Era nato così il forno a microonde, brevettato dalla Raytheon nel 1947 anno in cui venne sviluppato anche il primo apparato destinato alla commercializzazione, chiamato “Radarange”, che era alto 1,8 m, pesava 340 kg, aveva un sistema di raffreddamento ad acqua e produceva una potenza in radioonde di 3 kW. Chiaramente non fu subito un successo ma già nel 1954 fu brevettato il primo forno a microonde per uso casalingo talmente efficace da diventare uno degli elettrodomestici più presenti nelle cucine di tutto il mondo [4].
Radarange il modello da pavimento 1161. 
Riconoscimenti
Per quanto riguarda Spencer alla sua morte aveva acquisito ben 150 brevetti e nel 1999, è stato inserito nella National Inventors Hall of Fame alla luce di questi fatti, tra tutti, per il modo in cui ha rivoluzionato il modo stesso di cucinare va ricordato in quanto protagonista maggiore nella storia del verbo "Riscaldare" [5].

STEP #15 "Ri-scaldare" nel Novecento

Nasce il concetto di "Riscaldamento Globale"

"L’innovazione tecnologica è uno dei motori fondamentali della crescita e del progresso e può essere definita, pertanto, come la creazione di una nuova conoscenza, applicata a problemi di ordine pratico" [1].

Da queste parole si evince come il progresso tecnologico è da sempre stato frutto di una domanda, una domanda legata a bisogni sociali da inserirsi in precisi momenti storici. 
Pertanto se spesso un'invenzione tecnologica rappresenta un evento per il contributo fornito in termini di cambiamento e sviluppo è possibile che un evento esterno generi una necessità alla quale è possibile rispondere con il progresso.
In questi termini nella valutazione circa l'importanza del ruolo che il verbo "Ri-scaldare" ha assunto nel corso dei secoli è fondamentale comprendere anche il contesto storico in cui il progresso tecnologico si è insinuato per comprendere quelle ragioni che lo hanno "guidato" e quali ancora lo spingeranno ad evolversi.

Così si introduce nella nostra indagine un tema che ancora oggi è importante tenere a mente e per il quale è necessario agire: Il Riscaldamento Globale concetto sviluppatosi proprio alla fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo.
"Il Riscaldamento Globale indica in climatologia il mutamento del clima terrestre[..] ed è caratterizzato in generale dall'aumento della temperatura media globale e da fenomeni atmosferici a esso associati" [2].

Di fatto il pianeta Terra nel corso dei suoi 4,5 miliardi di anni ha subito delle modifiche relativamente al valore della temperatura superficiale che in alcune occasioni è salita o si è abbassata di molto. Tuttavia nel periodo geologico che stiamo attraversando si assiste a un aumento delle temperature preoccupante.

Temperature di Aprile 2020, National Oceanic Atmospheric Administration.
Secondo la National Oceanic Atmospheric Administration la temperatura di aprile 2020 è risultata superiore di 1,06 gradi centigradi rispetto alla media del Ventesimo secolo, che è pari a 13,7 gradi. Considerando solo agli oceani invece, sarebbe stato l’aprile più caldo di sempre, 0,83 gradi in più della media di 16 gradi. Nel complesso l' aprile 2020 si colloca alla seconda posizione rispetto ad aprile 2016 anno in cui l’incremento sopra la media era stato di 1,13 gradi centigradi [3].


"Non si tratta peraltro di una tendenza isolata: gli otto mesi di aprile più caldi si sono verificati di recente, ovvero dal 2010, mentre aprile 2020 e dicembre 2019, due periodi vicini nel tempo, si dividono l’undicesima posizione di mesi più caldi di sempre nella lunga classifica che si compone di 1.684 misurazioni mensili." queste le parole riportate dall'articolo del Corriere Della Sera [4].


Ciò che è peggio è che la comunità scientifica concorda nell'indicare le attività antropogeniche come prima causa dell'effetto serra e conseguente riscaldamento globale.
L’effetto serra consiste nella proprietà dell’atmosfera di mantenere le oscillazioni della temperatura dell’aria all'interno di un intervallo limitato sia rispetto alle variazioni del ciclo diurno giorno-notte sia del ciclo stagionale estate-inverno, per effetto di alcuni gas naturalmente presenti in natura quali vapore acqueo, anidride carbonica, il metano e l’ozono. 
L'aumento di questi componenti dovuti alle attività produttive dell'uomo, a partire in particolar modo dalla Rivoluzione industriale,ha amplificato il fenomeno, rendendo la quantità di calore solare trattenuta eccessiva [5].

In questi termini la possibilità di un progresso è nelle nostre stesse mani, e l'avanzamento tecnologico è l'unico mezzo che possediamo per rispondere all'esigenza di aumentare del 20% l'efficienza energetica, ridurre del 20% l'emissioni e aumentare del 20% la quota delle risorse rinnovabili (Piano Clima Energia 20-20-20)[6].

Info grafica del Piano Clima Energia 20-20-20.


[1]Schilling M. A. “Gestione dell'innovazione”, Mcgraw-Hill, Milano, 2009
[2]https://it.wikipedia.org/wiki/Riscaldamento_globale
[3]https://www.noaa.gov/climate
[4]https://www.corriere.it/economia/casa/20_maggio_15/clima-globale-stato-secondo-aprile-piu-caldo-ultimi-141-anni-63a7cb50-9688-11ea-a66c-1f6181297d24.shtml
[5]https://www.focusjunior.it/scienza/ambiente/cambiamenti-climatici-che-cose-il-riscaldamento-globale-e-perche-va-fermato/
[6]https://www.schede-tecniche.it/pacchetto-clima-energia-20-20-20.html

sabato 23 maggio 2020

STEP #14 "Ri-scaldare" nel Ottocento

L'invenzione del Calorifero

Definendo un evento come un fatto che si è verificato e che ha agito in modo determinante su una situazione e quindi un fatto che per tale ragione risulta essere degno di nota, nell'indagine che vede sempre come protagonista il verbo/azione "Ri-scaldare" è lecito, nella volontà di identificare gli eventi della storia tecnologica che lo coinvolgono, parlare dell'invenzione del Calorifero.

Anche conosciuto sotto il nome di radiatore o termosifone l'invenzione di questo sistema di riscaldamento può essere considerato a tutti gli effetti un evento di enorme rilevanza perchè primo esemplare dei più moderni sistemi di riscaldamento.

La storia de radiatori in ghisa può essere fatta risalire già intorno al XVIII secolo ma fu durante il XIX che si può apprezzare grazie al contributo di diverse importanti figure un evoluzione sostanziale di questo prodotto [1]

Andando per gradi il primo grande passo fu compiuto da Angier Marsh Perkins, inventore e ingegnerie, che riconoscendo gli enormi svantaggi degli allora attuali sistemi di riscaldamento, nel 1831 progettò un sistema di riscaldamento che prevedeva l'uso di acqua calda ad alta pressione.

Il principio di funzionamento del "Apparatus for heating air in Buildings", questo il nome del brevetto ottenuto in Gran Bretagna, era semplice:  attraverso un tubo di ferro battuto di piccolo diametro ma con pareti spesse per il 15% della sua lunghezza totale arrotolato all'interno di una fornace di mattoni,  veniva fatta passare l'acqua che una colta riscaldata nelle serpentine del tubo era poi fatta circolare verso le serpentine dei riscaldatori di tubi o battiscopa, collocati nelle stanze da riscaldare. 


Sistema di Riscaldamento Perkins.

Per poter sfruttare la gravità come mezzo di circolazione dell'acqua ogni circuito doveva essere dotato di un tubo di espansione che veniva montato nel punto più alto del sistema. Questi vasi di espansione infatti permettevano all'acqua riscaldata di espandersi dal basso nel recipiente e di comprimere l'aria all'interno dello stesso, esercitando così una pressione artificiale sull'acqua [2].

Sistema di riscaldamento Perkins (HPHW) .

Il vero problema legato a questo prima sistema stava nel fatto che il funzionamento era garantito ad elevate pressioni dell'acqua e questo rappresentava un vero limite per l'inserimento negli ambienti domestici per tale ragione nel 1841 sempre Perkins sviluppò un secondo sistema a bassa pressione conosciuto come  Perkins Hot Water Apparatus importato negli Stati Uniti intorno al 1842 grazie alla collaborazione con Joseph Nason e Robert Briggs [3].

Patent Apparatus for Warming  and Ventilating Buildings, AM Perkins, London 1840

Così nel 1862 si vide il primo radiatore a vapore brevettato in America dalla riuscita collaborazione di Nason, Perkins e Briggs. Predecessore dei moderni radiatori esso era dotato di un design del tutto nuovo che prevedeva l'uso tubi di ferro battuto verticali avvitati su una base di ghisa [4]

Tuttavia fu dieci anni più tardi, 1872,  che Nelson H.Bundy sviluppo il primo radiatore completamente in ghisa pensato per funzionare con un sistema di riscaldamento a vapore.


Sezione traversale e longitudinale del radiatore Bundy Loop.


Il vapore salendo da un lato, passando sopra l'estremità della piastra, e riscendendo nel lato opposto del tubo faceva di ogni ogni anello un singolo circuito [5].




La progettazione complessiva di questi radiatori significava che nella maggior parte dei casi sarebbe stato possibile fornire radiatori in grado di produrre un ampio apporto di calore in qualsiasi situazione, e allo stesso tempo essere esteticamente gradevoli in termini di proporzioni.







[1] https://www.ukaa.com/guides/the-history-of-cast-iron-radiators-91

[2]http://www.hevac-heritage.org/victorian_engineers/perkins/perkins.htm#perkins1
[3]http://www.reclaimedradiators.co.uk/hx.html
[4]https://www.qssupplies.co.uk/history-of-heating-timeline.html
[5]https://chestofbooks.com/architecture/Building-Construction-V4/Radiators-Construction-Of-Radiators.html

venerdì 22 maggio 2020

STEP #13 "Ri-scaldare" nel Settecento

La Macchina a Vapore e la Rivoluzione Tecnologica

Parlando delle molteplici innovazioni tecnologiche che nel 700 hanno garantito lo sviluppo di sistemi di riscaldamento sempre più funzionali non ci si può esimere dal fare una breve osservazione relativa al contesto storico; infatti proprio nella seconda metà del 700 più precisamente tra il 1760 e il 1780 avvenne la Prima Rivoluzione Industrialeun processo che favorito da una componente di innovazione tecnologica molto ricca ha portato ad un' evoluzione economica e sociale. Il processo infatti di industrializzazione ha generato il passaggio della società da un sistema agricolo-artigianale e commerciale ad un sistema industrializzato e moderno fondato sull'uso delle macchine e di risorse energetiche derivate da nuovi fonti [1].

Tra gli eventi che hanno portato ad un cambiamento così radicale e che coinvolgono il verbo/azione "Ri-scaldare" , è di assoluta rilevanza l'invenzione della Macchina a Vapore sviluppata da James Watt , noto ingegnere e inventore Scozzese che agì tra il XVIII e XIX [2].

In una macchina a vapore una sorgente di calore porta ad ebollizione una certa quantità di acqua producendo vapore che, espandendosi, preme sulle pareti del contenitore mettendo in movimento un pistone quindi si tratta di un sistema che sfruttando l'energia termica è in grado di generare lavoro meccanico.
Schematizzazione del principio di funzionamento di una Macchina a Vapore.

Il contributo di J.Watt consistette nel miglioramento sostanziale di un altrettanto noto macchinario costruito da Thomas Newcomen. 
La macchina a vapore di Newcomen era infatti costituita da un recipiente cilindrico entro il quale era collocato un pistone a sua volta dotato di un contrappeso. Il vapore in questo caso era prodotto esternamente e poi iniettato alla base del cilindro dove accumulandosi e facendo aumentare la pressione era in grado di far salire il pistone che alla fine apriva una valvola per far scorrere un getto d'acqua fredda sul cilindro con l'obiettivo di far condensare il vapore e abbassare il pistone [3].

Macchina a Vapore di James Watt.
In questi termini la prima modifica vedette l'introduzione di un motore dotato di camera di condensazione del vapore separata, mediante la quale si riuscivano a ridurre le perdite di vapore che si verificavano nell'alternarsi di riscaldamenti e raffreddamenti dell’unico cilindro della macchina di Newcomen. Inoltre, con l’introduzione di una seconda camera era la stessa pressione del vapore a svolgere il lavoro, e non quella atmosferica che nella macchina di Newcomen era responsabile dell’abbassamento del cilindro. A ciò si aggiunse l'inserimento di una seconda valvola che permetteva di introdurre vapore nel cilindro sia dal basso, durante il moto del pistone verso l’alto, sia dall'alto, quando il pistone era giunto al massimo della sua corsa, per agevolarne il ritorno verso il basso della camera aumentando di molto le prestazioni del motore [4].

La macchina a vapore, perfezionata da Watt, a determinò un cambiamento epocale in quanto ha svincolato l’umanità dalla "fatica fisica" sfruttando invece un mezzo che grazie al calore era in grado di fornire, con continuità, potenza e lavoro meccanico. 

[1]https://www.culturanuova.net/storia/3.contemp/1a.rivoluzione.industriale.php
[2]https://it.wikipedia.org/wiki/James_Watt
[3]http://ungaretti.racine.ra.it/SeT/macvapor/newcome1.htm
[4]http://www.fmboschetto.it/didattica/inventori_italiani/Branca_Bielli_Bosello.pdf

martedì 5 maggio 2020

STEP #12b "Ri-scaldare" nella Storia della Tecnologia Moderna

l'Evoluzione del Camino

Continuando questo excursus sui sistemi di riscaldamento e evidenziando le innovazioni tecnologiche che hanno a mano a mano garantito lo sviluppo di soluzioni sempre più performanti, giungiamo all'età Moderna considerato il periodo sicuramente più interessante sotto questo punto di vista.

A partire dal XVII risolti i problemi legati ad aspetti costruttivi e architettonici, viene riconsiderata la meccanica di funzionamento; un esempio è il lavoro condotto dall'architetto francese Savot che realizza , nel 1624, per la biblioteca del Louvre il primo caminetto a convenzione naturale, il principio di funzionamento è molto semplice: l’aria fresca entra attraverso una presa d’aria dall'esterno, che per 'convezione naturale' viene risucchiata nel vano della cappa del camino, e attraverso un sistema di canalizzazione realizzato attorno alla cappa del camino, si riscalda, per poi infine risalire verso l’alto ed uscire riscaldata nell'ambiente della stanza [1]. 

Ancora altrettanto interessante è il lavoro eseguito da Gaucher, che nel 1715 realizza un caminetto con presa d'aria esterna che evitava il raffreddamento degli ambienti a causa del risucchio legato agli infissi e che al tempo stesso garantiva una rigenerazione dell'aria [2].

Illustrazione di caminetto "Gaucher".

Altrettanto degni di nota sono i primi caminetti costruiti interamente in lamiera di ferro e denominati 'Cheminée économiques' o 'Cheminée portatives' (letteralmente cammini portatili) che fanno la loro comparsa intorno al 1745: l'idea alla base era quella di sfruttare il fattore di conduttività del metallo per incrementare il grado di irraggiamento del calore [3].
Illustrazione di "Cheminée économiques".

Infine per ultimo, non per importanza, non ci si può esimere dal menzionare uno dei prodotti forse più importanti nella storia dei sistemi di riscaldamento domestico, stiamo parlando della Franklin Stove realizzata nel 1741 dalla poliedrica figura Benjamin Franklin .
Fotografia di una stufa Franklin.

Disegni originali di B. Franklin per il design della Franklin Stove.

La stufa di circa 76 cm altezza era realizzata interamente in piastre di metallo. Tranne che per un pannello decorativo nella parte superiore della struttura essa si caratterizzava per una facciata completamente aperta mentre il  retro era stato progettato per essere collocato a pochi pollici di distanza dalla canna fumaria (camino).

Sezione laterale della Franklin Stove.

Come si vede meglio in una vista laterale della stufa sezionata, le due caratteristiche principali, in aggiunta a quanto già detto, erano la presenza di un condotto metallico atto a dirigere il flusso dei fumi dovuti al fuoco fungendo da deflettore e un condotto di scarico che fungeva a tutti gli effetti da sifone capovolto. 

Il principio di funzionamento pertanto prevedeva l'ingresso di aria fredda attraverso il condotto posto sotto il pavimento la quale,una volta riscaldata sia dal fuoco che dai fumi circolanti per i condotti e accumulatasi, veniva emessa fuori dai due fori posti ai lati della parte superiore del deflettore. Invece il condotto a forma di U nel pavimento posto dietro la stufa, fungendo appunto da sifone capovolto, faceva in modo che i fumi potessero fuoriuscire dalla stufa nel canna fumaria [4].
Infine l'uso della ghisa nelle pareti del dispositivo consentiva di mantenere il calore anche quando il fuoco si affievoliva, riscaldando così una stanza con meno combustibile [5].

STEP#12a "Ri-scaldare" nella Storia della Tecnologia Medievale

La storia del Camino

Nello step #08 "Ri-scaldare" nella Storia della Tecnologia avevamo iniziato a intravedere in che modo l'uomo, già intorno al I sec a.C,  avesse cominciato a portare il calore nelle proprie abitazioni e negli edifici della città sviluppando il concetto stesso di focolare. Con l'obiettivo di ripercorrere questa sotto-trama della storia, che vede l'uomo vero e unico artefice del proprio destino, non possiamo che menzionare gli strumenti attraverso i quali, nel corso dei secoli, è stato sviluppato il processo di addomesticamento del fuoco e il suo intrinseco uso per scaldare, illuminare e cucinare.

Di base sappiamo che prima del XIII secolo il fuoco domestico, soprattutto nelle abitazioni più modeste, era allestito in focolari posti al centro degli ambienti con un foro ricavato nel tetto per la fuoriuscita del fumo, sebbene il posizionamento faceva sì che il calore si diffondesse in modo uniforme negli ambienti adiacenti percorrendo una traiettoria radiale, molteplici erano gli svantaggi legati a questa soluzione: in primis i fumi emessi circolvano liberamente e  altresì per via di quelli che erano i materiali da costruzione impiegati nelle case, prevalentemente legno e paglia, gli incendi erano molto frequenti [1].

Sarà a partire dal XII secolo che la sempre maggiore diffusione di nuovi materiali costruttivi, quali pietra e mattoni, rese possibile dapprima nelle case nobiliari e in seguito nelle case più modeste, il trasferimento del focolare dal centro degli ambienti a ridosso delle pareti. In Italia il cosidetto camino a parete, di origine nord europea, fa la sua comparsa tra il 1200 e il 1300 [2].

Illustrazione di Camino a Padiglione.

Sebbene dotati di una canna fumaria in pietra, che garantiva il convoglio dei fumi verso l'esterno i primi camini a parete detti a 'a padiglione' rappresentavano un ingombro importante poichè completamente aggettanti rispetto alla parete lungo la quale erano posizionati e inoltre la presenza dei fianchi scoperti rendeva il tiraggio difficoltoso e non si aggiungeva nulla in termini di sicurezza.

Per ovviare a questi problemi e per favorire la diffusione del caminetto nei diversi ambienti della casa si sviluppa una tipologia di camino intermedia tra il camino a muro che conosciamo oggi e il camino a padiglione: ovvero un camino incassato per metà nello spessore del muro, a favorire il tiraggio e ridurre l'ingombro. 
Tra il 1300 e il 1600 tra i molti che attenzionarono questi aspetti di carattere costruttivo e architettonico si affiancarono figure che con piccoli accorgimenti o soluzioni del tutto nuove cercano di apportare dei miglioramenti da un punto di vista funzionale.
Appartenenti a questa seconda categoria ricordiamo Leonardo Da Vinci che nel " Codice Atlantico" propone uno studio originale sull'alimentazione della fiamma, realizzata con una presa d'aria esterna a imbuto [3].


Illustrazioni tratte dal "Codice Atlantico" raffigurante il sistema di alimentazione della fiamma a imbuto.








domenica 3 maggio 2020

STEP#11 "Ri-scaldare" nella Pandemia ( COVID19 )

Siamo sempre stati abituati a leggere la storia, a ricordarla tramite volti di chi l'ha scritta e date che ne segnano i punti salienti. Ma non siamo stati mai preparati ad esserne i protagonisti, a viverla giorno per giorno e non avere la possibilità di conoscerne subito il finale, magari tramite un riassunto trovato sul web o grazie alla sintesi di un libro.
Oggi 3 Maggio 2020, data che ai posteri sembrerà una qualsiasi, è il Cinquantaseiesimo giorno di Lock-down causa Covid 19 (dall'acronimo inglese COrona VIrus Disease 19): una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2, un nemico che non è possibile vedere , con cui non è possibile parlare e che per questo è difficile fermare [1].

Illustrazione del virus "SARS-CoV-2" creata dal Centers for Disease Control and Prevention statunitense[2]

Le domande, da quando è iniziato tutto, continuano ad essere tante e l'unica cosa che rimane da fare è informarsi; e proprio nella coltre di informazioni che ormai caratterizza il web appare lampante come tutto sia collegato. Ogni dato o ogni articolo riportato è ricco di contenuti, di parole nuove o che già che conosciamo ma sicuramente con nuove accezioni di significato. In questi termini due sono i temi finora discussi che in qualche modo rendono il verbo "Ri-scaldare" parte integrante di questo nuovo scenario. 

1- Coronavirus, alte temperature e umidità.
"La bella stagione ci darà una mano nel contenere la pandemia da Coronavirus?"

Questa è una tra le tante domande a cui gli scienziati cercano di dare una risposta. Secondo infatti uno studio preliminare condotto dall'università di ricerca "Massachusetts Institute of Technology" si registra come la trasmissione del virus SARS-CoV-2 procede in modo meno sostenuto nei Paesi con un clima mite.
Volendoci basare su dati reali e consultando i risultati riportati dal Social Science Research Network si evidenzia come il 90% dei contagi da COVID-19 sia avvenuto in territori con uno scenario climatico caratterizzato da valori di temperatura comprese tra i 3°C e i 17°C mentre le aree geografiche caratterizzate da temperature medie superiori ai 18°C costituiscono solo il 6% dei contagi totali [3]. Ciò che però va ben inteso è che le temperature più alte non rappresentano un vantaggio in termini di immunità al virus ma in termini di tempo: valori di temperatura più elevati infatti andrebbero a ridurre i tempi di sopravvivenza del virus sulle superfici [4].


Effective Reproductive Number (R-value) of COVID-19 determined by Temp. & Hum in March [5].

Forecast of  Reproductive Number (R-value) of COVID-19 determined by Temp. & Hum in July[6].

2-Effetto lock down: una battuta d'arresto contro il riscaldamento globale.
Per quanto il Coronavirus si sia presentato come un fulmine a ciel sereno, ha mietuto le sue vittime e gli effetti a lungo termine di questa pandemia non lasciano presagire nulla di buono esiste un aspetto che renderebbe vero un antico proverbio: non tutti i mali vengono per nuocere.
Secondo infatti molteplici pareri e analisi, il Covid 19 rappresenta in un certo senso un'opportunità a favore dell'ambiente. 
Dall'articolo di Italy For Climate [7] si nota come a seguito delle restrizioni alla mobilità, alle attività produttive e commerciali si sia registrato per il mese di Marzo un taglio di quasi 6 milioni di tonnellate di CO2 in relazione al crollo dei consumi energetici , ovvero il 17% in meno rispetto al mese di Marzo del 2019. Proseguendo e prendendo in esame il mese di Aprile, in cui il lockdown è entrato a pieno regime, l'Italy for Climate ha invece stimato una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 35%, valore molto vicino a quello che dovrebbe essere la riduzione dei gas serra da ottenere in appena un decennio dalla conferenza sul clima di Parigi( COP21) del 2015 [8].

 ll grafico confronta il valore dei consumi energetici con Lockdown a regime rispetto a un periodo normale [9].

Alla luce di queste informazioni appare chiaro che lo sforzo da compiere nei prossimi anni per evitare l'irreparabile ed evitare di cadere in una crisi climatica è immane, ma forse questa è la nostra unica occasione per partire in "pole position".

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/COVID-19

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Orthocoronavirinae

[3]https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3556998

[4][5][6]https://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/2003/2003.05003.pdf

[7][9]http://italyforclimate.org/35-le-emissioni-di-co2-nel-lockdown-lo-stesso-taglio-necessario-al-2030-per-salvare-il-clima/

[8]https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_it







STEP#25 "Ri-scaldare": La sintesi finale

Ed eccoci giunti alla fase conclusiva di questa nostro studio che ha da sempre avuto un unico obiettivo: indagare e analizzare il valore c...